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"Nelle rovine" racconta l'esperienza vissuta da Zabel Yessayan tra le macerie del genocidio degli Armeni in Cilicia nel 1909. La scrittrice descrive in prima persona gli atroci crimini commessi dai turchi ottomani, penetrando nelle viscere di un popolo martoriato da secoli, vittima di un genocidio ancora oggi poco conosciuto. Inviata con una delegazione di osservatori armeni sul posto della tragedia, Zabel raccoglie le testimonianze dei sopravvissuti al massacro e partecipa al loro lutto. In questa discesa agli inferi, negli abissi più bui e abominevoli dell'animo umano, l'atmosfera che si respira è soffocante, ovunque macerie, miseria, rovine. Sconvolta, coinvolta, senza cadere nel patetico o in pregiudizi fuorvianti, disorientata, ma decisa ad aiutare la sua gente, percorre un viaggio difficile in un mondo di disperazione, e le sue sensazioni sono di un'intensità tale che ne rimane quasi sopraffatta. Niente è scontato in questo romanzo dalle tinte crude, come cruda è la realtà che ci presenta, dove a momenti di grande tensione fanno seguito pause descrittive dai toni lirici, dove il dolore cocente per le perdite subite è sempre lenito dalla speranza di una rinascita. Una scrittura di nervi, una miscela eccezionale di emozioni e sentimenti.